Mi piacerebbe segnalare le straordinarie imprese della mia cdm, che sono rimaste indelebilmente impresse nella memoria mia e dei miei altri due coinquilini, costretti a sopportarla.
Dopo alcuni mesi di convivenza, la suddetta cdm, con la faccia di una che vuole rendermi partecipe di un pettegolezzo piccante, mi rivela a bassa voce che “è già più di una settimana che O. (futuro moroso della cdm) rimane qui a dormire tutte le sere”. Tra me e me penso “sticazzi”, ma non realizzo il piano diabolico di lei, che prontamente trasferisce O. nella nostra casa, costringendoci ad accendere il riscaldamento prima la mattina perché O. si reca al lavoro presto, a lasciar loro pieno possesso del soggiorno e della stampante, perché la cdm ha deciso che O. non è abbastanza alla moda e deve farsi un nuovo taglio di capelli, motivo per cui è necessario consumare il toner stampando innumerevoli foto di bellimbusti.
Dopo mesi di convivenza con O. e con i suoi pantaloni troppo bassi quando si piega per cucinare, decidiamo di chiedere – timidamente – ragione della faccenda, suggerendo alla cdm di andare lei ogni tanto da O.
Dopo averci osservate come se stessimo dicendo qualcosa di fuori dal mondo, la cdm con tono preoccupato ci fa: “no, non posso andare a casa di O., assolutamente no. Non conosco i suoi coinquilini”.
Le cose sono andate avanti così per tutto quel lunghissimo anno di convivenza. Poi, al momento di lasciare la casa, cdm e O. sono i primi ad abbandonare la nave (ce ne andiamo tutti da quella casa PER SEMPRE) e lasciano a me e al mio compagno di sventura il compito di svuotare la casa, abbandonando ogni genere di oggetto che ritenevano inutile: sacchetti pieni di ritagli di carta e plastica (che oltre a doverli buttare devi pure perdere tempo a differenziarli) e UNA BICI NEL GIARDINO DAVANTI, di proprietà del moroso demmerda.
Notare che la suddetta cdm per tutto l’anno ha gelosamente tenuto i rapporti con il padrone di casa, escludendoci da qualsiasi comunicazione ufficiale, perché seriamente interessata ad avere una raccomandazione per il suo successivo alloggio, documento che ha ovviamente ricevuto dato il suo “splendido lavoro con la casa”.
Un racconto di Valentina Polemica.