Vienna, A. D. 2017.
Trovo un appartamento in pochissimo tempo. Un po’ infelice causa posizione rispetto all’università, ma disperata causa avvicinamento dell’inizio delle lezioni, vado a vedere l’appartamento. Chi mi si presenta davanti è un uomo di mezz’eta e già rabbrividisco, scoprendo poi che si tratta del proprietario e tiro un sospiro di sollievo. La stanza è pulita, singola, l’appartamento da poco ristrutturato. Alla mia domanda” “Quanti inquilini ci sono?” lui risponde: “Se tu ti trasferisci, siete sei ragazze”. Tante, troppe mi dico, però la stanza è singola, e per esperienza, so che incrociarsi tra persone con stile di vita completamente diverso è difficile, se non impossibile. Accetto, anche perché una volta alla settimana sarebbe venuta una donna delle pulizie (che sarebbe stata pagata prendendo una piccola quota, circa cento euro per un anno, dalla caparra). Sconsolata accetto, convincendomi che non avrei mai dovuto pulire la sporcizia altrui. Inoltre ognuno aveva il proprio frigo, la propria dispensa, la propria stanza. Gli unici ambienti in comune sarebbero stati la cucina e un bagno enorme.
Mi trasferisco dieci giorni dopo. Arrivo al mattino e incontro una ragazza austriaca e un ragazzo, ingenuamente pensando fosse un suo amico, visto che mi era stato detto che vi vivevano solo ragazze. Due ore dopo scopro che vivono in tale appartamento altre otto persone (e non in totale sei), di cui quattro donne e quattro uomini (lasciatemi dire, di una sporcizia quasi vomitevole).
Vi presento i miei cdm.
Il Cdm 1: un coreano, che suonava il suo flauto traverso per circa otto ore filate al giorno, solo ed esclusivamente nei giorni in cui si necessitava silenzio e concentrazione. Una volta, con un sesto senso quasi da indovino, decise di esercitarsi per dieci ore al giorno durante la mia sessione invernale. Il cdm coreano era anche un fanatico religioso, che mi disse che io, avendo ventitré anni, avrei dovuto essere a casa a fare i figli e non a studiare. Secondo lui eravamo due “bitches” perché facevamo entrare gli uomini nelle nostre stanze.
Cdm 2: un tedesco di origine polacca, una matricola alla facoltà di giurisprudenza con disfunzioni sociali, cioè ti parlava solo quando lui aveva voglia (circa una volta al mese per cinque minuti). La sua ricetta preferita erano gli spaghetti fatti cuocere per trenta minuti conditi con circa mezza bottiglia di ketchup.
Cdm 3: rumena che lavorava dalla mattina alla sera. Penso di averla vista due volte in nove mesi. Il suo ragazzo viveva da noi il weekend.
Cdm 4: austriaca acida e frigida con lo sguardo di ghiaccio. Avvistata una volta e mi ha guardato come se fossi un’estranea. Vivevo lì già da quattro mesi.
Cdm 5: tedesco gay che passava il suo tempo a guardare il telegiornale in cucina agli orari più improponibili. Persona simpatica e disponibile, infatti se n’è andato dopo tre mesi perché si è quasi picchiato con il coreano, perché quest’ultimo non accettava l’amore omosessuale.
Cdm 6: il mio vicino di stanza proveniente dagli Emirati Arabi. Ragazzo simpatico e solare, patito di palestra e per questo puzzava costantemente come uno spogliatoio. Nonostante ciò sempre disponibile, soprattutto nell’aiutarmi a uccidere gli insetti.
Cdm 7: matricola austriaca, unica persona che ho considerato normale e che quindi, ovviamente, se ne è andata cinque mesi dopo al mio arrivo.
Arriviamo al giorno fatidico che vi voglio raccontare: tutti insieme decidiamo di lamentarci del Cdm1, dato che è quello che si è fatto più nemici nell’appartamento. Persona insopportabile, che insulta tutti perché non eravamo coreani e religiosi quanto lui. Sapendo che questo non può essere motivo per essere cacciati di casa iniziamo a raccogliere prove: lo abbiamo registrato mentre suonava il suo flauto ad orari improbabili, purtroppo la puzza del suo frigo non poteva essere imbottigliata. Però è venuto lui stesso in nostro aiuto. Una domenica sera decide di cucinare il suo piatto preferito, nonché parte integrante della sua dieta (lo mangiava ogni giorno una volta al giorno): riso con uova e carne essiccata coreana. Tale cdm 1 però pensava che nel lavandino ci fosse il tritarifiuti, dopo avergli spiegato per cinque mesi che in Austria tale tecnologia non esiste, lui imperterrito buttava gli avanzi nel lavandino. Una domenica sera torno a casa, e come passo per la cucina sento l’odore di un cadavere, mi giro e trovo il lavandino completamente intasato, con all’interno circa quattro litri di acqua grigia e sporca. Colgo l’occasione, scatto una foto e la mando alla moglie del proprietario. Il giorno dopo arrivano la donna delle pulizie e un idraulico insieme al proprietario, che incazzato nero sveglia il Cdm1 e gli fa un culo così (peccato che il Cdm1 non capiva niente, né l’inglese, né il tedesco e probabilmente nemmeno il coreano).
Morale della storia? Alla fine dell’anno accademico rimangono due inquilini (Cdm6 e Cdm2) e io me ne vado felice.