Nei giorni scorsi, il sindacato studentesco Udu di Lecce ha scritto una lettera alla ministra dell’Istruzione, Anna Maria Bernini, affinchè sia posta l’attenzione sulla salute mentale degli studenti e delle studentesse per evitare altri casi come quello della tragica vicenda della giovane studentessa di 19 anni che si è tolta la vita presso l’Università Iulm di Milano.
In particolare gli studenti hanno elencato una serie di inquietanti episodi avvenuti presso la stessa Università del Salento. A finire sotto i riflettori è stata una docente ordinaria di Letteratura e lingua latina, accusata dagli studenti di vessazioni e umiliazioni durante gli esami.
Il rettore Fabio Pollice, annunciando un’indagine interna per far luce sulla questione, ha deciso di allargare la commissione d’esame e di inserire un nuovo appello:
“Nel corso dell’ultimo anno accademico ho incontrato più volte la professoressa Tuzzo assieme ai rappresentanti degli studenti, per cercare una soluzione condivisa sulle modalità di svolgimento dell’esame e su un’equa valutazione degli studenti, nel rispetto del diritto di libertà di insegnamento dei docenti. Nonostante questi tentativi non si è giunti al nuovo clima auspicato.” ha dichiarato Pollice.
“In seguito alla recente denuncia degli studenti e ai fatti in esame riportati – continua il rettore in una nota – ho avviato un’indagine interna, attualmente ancora in corso, al termine della quale l’Università del Salento renderà note le proprie decisioni a riguardo”.
La docente accusata si difende: “Illazioni infondate, offensive e denigratorie”
Nella lettera inviata alla Ministra Bernini, gli studenti fanno riferimento ad un clima di “terrore psicologico” che si instaurerebbe durante gli esami di latino, che causerebbe agli universitari attacchi di ansia e panico. Stando alla denuncia, alcuni studenti sarebbero addirittura ricorsi a cure psicoterapetiche.
La professoressa ha deciso di rompere il silenzio respingendo le accuse, definendole “illazioni infondate, offensive e denigratorie”, ammettendo però di avere consentito una “sporadica presenza” del marito in sede d’esame, per venire incontro alle esigenze degli studenti in debito d’esame. Il marito della professoressa, ex professore di latino dell’ateneo salentino, è stato anch’esso oggetto di critiche perché avrebbe continuato ad interrogare nonostante fosse in pensione.
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