Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso della cosiddetta “carriera alias“, la procedura che permette agli studenti non binari, transgender o chiunque non si riconosca nel nome assegnato alla nascita, di proseguire gli studi con l’identità che sentono propria.
Si tratta, nello specifico, di un profilo burocratico di natura eclusivamente temporanea, che consente al richiedente di sostituire il nome anagrafico ufficiale. La procedura non ha alcun valore legale al di fuori della scuola e ha come unico obiettivo quello di creare un ambiente formativo sicuro per tutti gli studenti e evitare episodi di misgendering.
Attualmente in Italia l’attivazione delle carriere alias è subordinata ai pareri dei singoli licei e atenei. Non esistono infatti delle linee guida o delle indicazioni da parte del Ministero su come integrarla tra i propri servizi. Sul sito universitrans.eu è possibile consultare una mappa dei vari Istituti e delle Università che hanno già attivato la carriera alias, oltre che una serie di informazioni su come fruirne.
I primi ad adottare la procedura è stata l’Università di Torino, a cui hanno subito fatto seguito la Federico II di Napoli e l’Università di Bologna. Al momento oltre la metà degli atenei pubblici hanno già attivato la carriera Alias, mentre i licei che consentono la medesima procedura sono circa una ventina.
Carriera Alias, l’opinione pubblica si spacca
Naturalmente essendo un argomento di forte attualità non sono mancate le polemiche. L’esponente di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, Responsabile regionale del Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori Non Negoziabili di Fratelli d’Italia in Veneto, considera l’attivazione delle Carriere Alias come un’opera d’indottrinamento portata avanti nelle scuole italiane: “Aiuterò a denunciare gli istituti scolastici che introducono le “carriere alias”. Solleciteremo i Ministeri dell’Istruzione, dell’Interno e della Pubblica Amministrazione ad emanare circolari che impediscano l’uso di asterischi, forme neutre e schwa nelle scuole e negli uffici pubblici” ha promesso Morgante in una recente intervista rilasciata al portale ProVita e Famiglia.
Ad ogni modo gli studenti che fruiscono della procedura sono già molti e nella maggior parte dei casi i benefici sono stati evidenti: “Mio figlio è rinato dopo anni di grande sofferenze” ha testimoniato al Corriere Della Sera, la mamma di uno studente del Liceo milanese Olmo Frisi.
“A 15 anni ha preso coscienza di essere un maschio eterosessuale intrappolato nel corpo di una donna. Ieri ho firmato ufficialmente la carriera alias di mio figlio. Fortunatamente ha trovato una scuola che ritiene la diversità un valore. Ma non ci fermeremo, c’è tanto lavoro da fare per aiutare anche gli altri genitori che non hanno potuto affrontare tutto questo da soli” ha concluso la donna.