La pandemia di Covid si è lasciata dietro una serie di conseguenze con le quali dovremmo convivere per diversi anni. Oltre alle implicazioni sullo stato di salute, il lockdown, le quarantene e i lunghi periodi trascorsi in isolamento hanno creato le condizioni perfette per ciò che molti psicologi e sociologi considerano “un trauma collettivo”. Gli effetti di questo fenomeno si stanno già verificando in diversi aspetti della nostra vita, anche se spesso l’argomento trova poco spazio nei momenti di dibattito pubblico. Eppure – come vedremo in seguito – le iniziative per cercare di uscire da questo limbo ce ne sono.
Dai dati raccolti nel Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat è emerso che anche in Italia – in linea con il resto del mondo – il numero di persone che hanno dichiarato di essere insoddisfatte della propria vita e delle loro interazioni sociali è cresciuto a dismisura rispetto ai dati registrati pre pandemia.
Uno studio condotto invece dal Prince’s Trust ha inoltre rivelato che ben il 35% dei giovani (16-29 anni) dichiara di non sapere come fare a coltivare nuove amicizie e di trovarsi in uno stato di completa solitudine. Il 40% dei giovani ha invece ammesso di soffrite di ansia da socializzazione.
Nonostante l’allentamento delle misure restrittive sia in atto già da diversi mesi, gli effetti della disgregazione delle comitive, della paura stessa del contagio e dell’ansia che deriva dal semplice fatto di uscire di casa, continuano a perdurare.
La maggior parte dei giovani dichiara di non essersi mai ripresa dall’impatto emotivo della Pandemia. E circa un quarto della popolazione 16-29 anni è convinta che non si riprenderà mai.
Ansia sociale e trauma collettivo: come uscirne?
I ricercatori, come il responsabile dello studio di Prince’s Trust Jonathan Townsen, sono convinti che questa allarmante spirale di ansia e mancanza di fiducia nel futuro non solo avrà effetti immediati, ma avrà un forte impatto anche sulle generazioni future.
Per sovvertire questa situazione e per poter permettere alle fasce più giovani della popolazione di riacquisire fiducia e ottimismo nei confronti del lavoro e della vita in generale occorrerebbe un forte supporto da parte dei Governi, degli enti e delle aziende.
Le iniziative non sembrano mancare. Molte app per incontri stanno per esempio incentivando i propri utenti a tornare a vedersi dal vivo, sponsorizzando serate di speed dating ed altri eventi di socializzazione. Tinder, per esempio, ha aperto una speciale sezione chiamata “Modalità Festival” che dovrebbe aiutare i propri iscritti a rompere il ghiaccio e a fare amicizia prima dei concerti.
Un passo ancora più avanti verso questa direzione l’ha fatto la Start Up tutta italiana Meeters, che fa della condivisione di esperienze dal vivo il suo obiettivo principale. La piattaforma non si rivolge solamente ai single alla ricerca di partner ma anche a chi fa fatica a trovare amici e comitive con cui uscire e vivere esperienze.
Meeters fa affidamento su oltre 200 guide locali professioniste per organizzare eventi adatti a ogni tipo di persona: dalle visite al museo, ai viaggi in comitiva, dalle passeggiate in tranquillità al trekking. Sulla piattaforma sono disponibili attività in tutta Italia, rivolte a tutte le fasce d’età.
Prima di prendere parte a una delle esperienze, i partecipanti potranno rompere il ghiaccio con una chat appositamente dedicata all’evento. La community incentiva inoltre il carsharing per permettere agli utenti di raggiungere il punto di ritrovo facendo amicizia già durante il viaggio. Una volta conclusa l’esperienza, la piattaforma permetterà ai propri iscritti di rimanere in contatto con le persone incontrate durante le attività.
Probabilmente, da sole, queste iniziative non riusciranno a risolvere l’ansia sociale che la maggior parte di noi sta sperimentando, ma rappresentano comunque un’importante opportunità di aggregazione a portata di click. Perchè non provare a uscire dalla bolla?