Con una mossa senza precedenti, la Temple University di Philadelphia ha deciso di revocare le agevolazioni fiscali sulle tasse universitarie a oltre cento dei suoi dottorandi, in sciopero da circa una settimana per chiedere l’aumento degli stipendi per ricercatori e assistenti di laboratorio.
Mercoledì scorso, l’Università – che aveva già minacciato i manifestanti di privarli delle agevolazioni – ha iniziato a inviare i primi avvisi di remissione delle tasse universitarie. Circa un centinaio di studenti dovranno ora pagare l’intero saldo (fino a 20mila dollari) entro il 9 marzo. Oltre quella data, dovranno corrispondere alla Temple University fino a 100 dollari di multa per ogni giorno di ritardo.
La clamorosa ritorsione della Temple University contro i dottorandi in sciopero
“Questo è inutilmente crudele”, ha dichiarato Matthew Ford, 36 anni, uno dei rappresentanti dell’Associazione dei dottorandi della Temple University, affiliata all’American Federation of Teachers. “Ha sicuramente irritato e colpito molte persone”.
Ford sostiene che l’università abbia già iniziato a privare gli studenti della loro assicurazione sanitaria. Molti studenti rischiano di restare senza prescrizioni, mentre altri sono stati costretti a cancellare gli appuntamenti con il medico.
“Questo è un affronto a tutti i laureati della Temple”, ha protestato Randi Weingarten, presidente dell’American Federation of Teachers. “L’AFT darà il suo supporto ai dottorandi che continuano a lottare per un salario adeguato e un contratto equo”.
Dal canto suo, l’Università sostiene che la loro decisione sia supportata dalla legge della Pennsylvania che vieta all’istituzione pubblica di pagare i lavoratori che si rifiutano di lavorare. Il decadimento delle agevolazioni sulle tasse, in questo caso, potrebbe essere considerato come una compensazione.
“Ritorsioni del genere potrebbero persino peggiorare le cose” ha sostenuto ai microfoni del Washington Post il direttore del Centro Nazionale per il diritto al lavoro dell’Hunter College, William Herbert.
“Questo tipo di minacce in risposta a uno sciopero si sono già verificate in passato, ma sono state quasi sempre controproducenti. Potrebbe inasprire il dibattito, allungarne la durata e potrebbe portare l’opinione pubblica a mostrare la propria solidarietà nei confronti dei manifestanti”.