La cerimonia di laurea all’università è uno dei giorni più memorabili nella vita di qualsiasi studenti. In molti ricordano l’ansia da prestazione, la scelta della tesi. Mentre altri ricordano solo i bei momenti, come l’apertura di una bottiglia di champagne e la corona d’alloro poggiata sul capo.
E se vi dicessi che gli studenti di Kyoto hanno trovato un modo per rendere ancora più memorabile questo importante giorno?
Ogni anno, l’Università di Kyoto, una delle più grandi in Giappone e la seconda più antica dopo l’Università di Tokyo, organizza infatti una sfarzosa cerimonia di laurea a cui partecipano non solo i parenti dei laureandi, ma anche centinaia di fotografi, giornalisti e curiosi.
E c’è una buona ragione per questo: da diversi anni, infatti, l’Università di Kyoto, in collaborazione con la Kyoto City University of the Arts, permette ai suoi studenti di indossare qualsiasi outfit vogliano per la loro cerimonia di laurea. E con qualsiasi si intende QUALSIASI.
Da Pikachu a Darth Vader, dai Power Rangers alle Tartarughe Ninja. Per non parlare ai costumi ispirati a personaggi dell’età contemporanea come pop star o leader mondiali. Insomma, la fantasia è l’unico limite imposto ai laureandi giapponesi.
Questa è una piccola selezione degli outfit più pittoreschi delle ultime sessioni di laurea:
“L’università ha una lunga tradizione antiautoritaria. Le radici di questa cerimonia immagino quindi risalgano a molto tempo fa, anche se l’Università non ha dato nessuna approvazione ufficiale” ha affermato a BoredPanda, David Hajime Kornhauser, direttore delle comunicazioni globali dell’Università di Kyoto.
“In altre parole, è una sorta di scelta personale: gli studenti possono indossare tonache tradizionali o esprimersi in maniera differente. E sembra che per molto tempo gli studenti dell’Università di Kyoto abbiano scelto di essere semplicemente quello che vogliono essere.”
In realtà, come spiegato da Kornhauser, non sono molti gli studenti che indossano abiti sui generis: “Forse solo il 10%. Magari sembrano molti di più perché cercano sempre di accaparrarsi le prime file. Ma in realtà la vasta maggioranza dei laureati è più o meno tradizionalista”, ha concluso il direttore delle comunicazioni.