Negli ultimi tempi, negli Stati Uniti, si sta registrando un allarmante aumento della censura sui libri nelle scuole. A essere colpiti sono specialmente testi che hanno a che fare con razzismo, orientamento sessuale e identità di genere, anche se trattati solo come appendice a eventi storici o altri argomenti. Negli ultimi 9 mesi sono stati ben 1500 i libri tolti dalle disponibilità dei distretti scolastici.
Uno sforzo “senza precedenti” come lo ha definito l’American Library Association, che ha sottolineato che si tratta del numero più alto di censure da 20 anni a questa parte.
Alcuni esempi che hanno destato molto clamore: a gennaio, un consiglio scolastico della contea del Tennessee ha votato all’unanimità per rimuovere il libro vincitore del Premio Pulitzer Maus (di Art Spiegelman) scelto da un docente di terza media per introdurre il tema dell’Olocausto con i suoi studenti.
Lo scorso autunno, Glenn Youngkin ha fatto del bando dei libri considerati ‘pericolosi’ il suo motto nella vittoriosa campagna elettorale che lo ha portato a diventare il governatore della Virginia. Youngkin aveva preso soprattutto di mira il pluripremiato romanzo Amatissima della scrittrice afroamericana Toni Morrison che affronta il tema della schiavitù.
E in Texas, con il provvedimento HB 3979, è stato vietato l’insegnamento di “qualsiasi argomento che potrebbe causare disagio, senso di colpa, angoscia o qualsiasi altra forma di disagio psicologico a causa della razza o del sesso dell’individuo”.
“A partire dal 2021, i libri sono diventati l’obiettivo di gruppi conservatori che stanno conducendo uno sforzo senza precedenti per vietare e contestare documenti che affrontano il tema del razzismo, del genere, della politica e dell’identità sessuale” ha sostenuto Stephanie Hlywak, Direttore della comunicazione e del marketing della American Library Association, presentando l’ultimo report sulle censure.
“Questi gruppi stanno provando a togliere dagli scaffali delle scuole e delle biblioteche pubbliche libri che narrano le storie di persone gay, trans, nere, indigene, persone di colore, immigrati e rifugiati. Ma sappiamo che vietare i libri non farà scomparire queste realtà e queste esperienze vissute, né cancellerà le lotte della nostra nazione per realizzare la vera equità, diversità e inclusione”.