Durante il lockdown tantissime persone si sono ritrovate all’improvviso a doversi arrangiare per guardagnarsi da vivere e sbarcare il lunario. Per questo motivo in molti si sono cimentati in piccoli lavoretti che – in alcuni casi – si sono trasformati a tutti gli effetti in business full time.
Ex insegnante si reinventa dopo aver perso la cattedra
Nisha Ravat, 54enne di Leicester, ha lavorato a lungo come insegnante di scienze presso una scuola superiore locale. Purtroppo quando la pandemia ha avuto inizio ha perso la cattedra e si è trovata senza stipendio. Nisha amava i suoi studenti, ma allo stesso tempo ha sempre avuto uno spirito imprenditoriale molto marcato. E così quando è scattato il primo lockdown ha avuto un’idea.
Si era resa conto che moltissime persone avevano bisogno che il cibo fosse consegnato a casa loro e che per questo c’è stato un boom di richieste di cibo di asporto perchè supermercati e minimarket non si erano ancora attrezzati per la consegna al domicilio. Così Nisha ha deciso di comprare un vecchio furgone per la consegna di latte degli anni ’70, lo ha rimesso a nuovo e ha costruito un mini market mobile: “All’inizio non volevo rinunciare all’insegnamento, ma poi ho visto che la cosa stava funzionando oltre ogni rosea aspettativa. Alla mia prima corsa avevo fatto rifornimenti per due giorni per vedere un po’ come sarebbe andata. In realtà a mezzogiorno avevo già esaurito tutto!” ha raccontato la donna alla BBC.
Nisha sostiene che la sua attività sta avendo molto successo ancora oggi perchè le persone hanno sviluppato un senso di comunità che sembrava ormai scomparso. Ora si fermano al suo furgone per chiacchierare e per trascorrere un po’ di tempo insieme. Di recente la donna ha deciso di espandere la propria attività assumendo sei persone e aggiungendo altri due furgoncini alla sua flotta.
Dall’ufficio…al giardino di casa sua
Un’altra storia di successo è quella del 29enne londinese Andrew Woodhouse, che lavorava in ufficio in un’azienda. Quando è stato licenziato ha cercato una nuova occupazione che corrispondesse di più ai suoi hobby, visto che lavorare in ufficio lo stava “lentamente uccidendo”. Così ha iniziato a informarsi ad attività relative alla pesca, una delle sue più grandi passioni. Ha quindi costruito un affumicatore di salmone nel suo giardino e ha iniziato a vendere questa prelibatezza nel suo quartiere.
All’inizio credeva che ci avrebbe rimediato qualche centinaia di sterline per arrotondare, ma dopo circa due anni Andrew si è ritrovato a dirigere un business di successo. Oltre a rifornire la gente del quartiere, infatti, ora ha allargato la sua attività a tutta la regione. Ogni giorno Andrew attira nuovi clienti pubblicando su Instagram delle splendide foto dei suoi prodotti.
“Quando sono stato licenziato ho pensato che fosse un’opportunità. Ho sempre desiderato avere questa autonomia” ha spiegato il 29enne.
Dalle gallerie d’arte al settore dell’abbigliamento
Un’esperienza simile l’ha vissuta anche Megan McCann, 31enne di Londra. Prima del Covid, la donna lavorava nel mondo dell’arte e girava il Paese tra gallerie e fiere. Quando a inizio 2020 è stata licenziata, Megan ha stranamente avvertito un senso di libertà: “Il lockdown ci ha causato tanto dolore e incertezza per il futuro, ma mi ha spinto anche a reimpostare la mia vita che stava diventando frenetica e stressante” ha raccontato la 31enne.
Megan era abituata a utilizzare la bicicletta per spostarsi in giro per Londra e c’è sempre stata una parte di lei convinta che con un po’ di ingegno avrebbe potuto rendere più facile la vita dei pendolari come lei. Così quando è stata licenziata ha rispolverato alcune idee che le erano venute in mente negli anni e ha fondato la M1LE London, un’azienda che produce pantaloni intelligenti per pendolari: “L’idea era quella di creare dei capi di abbigliamento comodi e resistenti, ma allo stesso tempo abbastanza formali da poterli usare per riunioni importanti o incontri di lavoro” ha raccontato l’imprenditrice.
Oggi Megan ha un business che riscuote abbastanza successo e non ha nessuna intenzione di tornare alla vita di prima. Gestire la propria attività le dà il controllo sul suo tempo e un nuovo senso di libertà; qualcosa che apprezza particolarmente considerando che recentemente ha dato alla luce il suo primogenito: “La vecchia me mi avrebbe riso in faccia sapendo che sarei finita a lavorare nel settore dell’abbigliamento. Ma probabilmente si sarebbe sentita anche sollevata perché non mi sento più chiusa in un angolo e senza opzioni”.