Nei giorni scorsi, il Corriere della Sera ha raccontato la storia di Fabio Mazzitello, un insegnante calabrese di 29 anni che lavora a Milano, dove si è trasferito dieci anni fa per studiare Agraria.
Nel frattempo Fabio ha prima ottenuto un posto come insegnante di laboratorio, per poi diventare insegnante di sostegno. Negli ultimi anni ha insegnato in cinque scuole diverse a Rho, San Donato e ora all’Istituto Professionale Kandinsky, dove vorrebbe rimanere.
Ma la vita nel capoluogo lombardo è molto diversa da quella che potrebbe avere come insegnante in Calabria. Una realtà che può constatare ogni volta che torna a Filandri (Vibo Valentia) dove trascorre le vacanze nell’ampio appartamento che una volta apparteneva ai suoi genitori. Nessun affitto da pagare e costo della vita nettamente inferiore rispetto a Milano, dove con il suo stipendio da 1500 euro al mese fa molta fatica a restare.
La metà di ciò che guadagna se ne va via per l’affitto di una stanza in un bilocale condiviso con un collega: “E poi le spese di condominio, le bollette. E ci sono il supermercato, l’abbonamento ai mezzi pubblici, le altre necessità” ha spiegato Fabio, sottolineando che esistono migliaia di docenti provenienti dal Sud Italia che si trovano nella sua stessa situazione.
Tra questi c’è un suo carissimo amico e collega, Antonio Mascaro, originario di Accaria Rosario in provincia di Catanzaro. Per risparmiare sull’affitto vive con due coinquilini e con la costante incertezza di doversi improvvisamente trasferire di nuovo. In quattro anni ha dovuto lasciare tre appartamenti per trasferirsi in quattro scuole diverse: “Non puoi rifiutare la chiamata, anche se è dall’altra parte della provincia, se no perdi l’incarico”.
Per questo accetta una vita di rinunce, dalla spesa al discount, ai mezzi pubblici; uscite limitate a una sera a settimana e niente palestra. Gli unici sfizi sono l’apertura gratuita dei Musei la prima domenica del mese e qualche partita dell’Inter, sua squadra del cuore: “Mai un big match però”.
E allora perchè sia Fabio che Antonio restano a Milano? “In Calabria vivrei meglio, ma il mio lavoro mi piace” ha spiegato Mascaro. “Ho fatto dei concorsi per passare di ruolo e quando ci riuscirò chiederò il trasferimento. Senza un intervento sugli stipendi non vedo alternativa. In Calabria non c’è nessuna possibilità da precari”
La proposta del Ministro dell’Istruzione: “Stipendi differenziati su base regionale”
In questo scenario, la proposta di stipendi “differenziati” (QUI UN APPROFONDIMENTO) lanciata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è vista con attesa da molti docenti del Sud che si sono trasferiti a Milano. “Bisogna “trovare nuove strade, anche sperimentali, di sinergia tra il sistema produttivo, la società civile e la scuola, per finanziare l’istruzione, oltre allo sforzo del governo” ha spiegato recentemente il Ministro alla piattaforma “Italia 2023: persone, lavoro, impresa”.
Uno sforzo che potrebbe, tuttavia, non bastare per colmare il gap con gli stipendi medi dell’Eurozona, che vede l’Italia ancora molto indietro. I docenti italiani (30.784 euro) percepiscono molto meno rispetto ai colleghi francesi (36.382 euro), spagnoli (38.312 euro) e tedeschi (67.138 euro), con una differenza rispetto alla media europea di 13.624 euro. Per eguagliare gli stipendi di tutti gli insegnanti italiani alla media dell’Eurozona, occorrerebbero oltre 11 miliardi di euro l’anno (FONTE).