“Non ci sono le condizioni per fare ricerca”: queste le parole con le quali Giuseppe Leone, docente universitario, ha commentato la sua decisione di restituire l’abilitazione nazionale che aveva conseguito nel 2018, allegando alla lettera inviata alla ministra dell’Università Cristina Messa degli audio molto inquietanti.
Le registrazioni proverebbero che almeno due concorsi del suo settore disciplinare, Letteratura inglese, sarebbero stati banditi individuando precedentemente i vincitori.
Leone ha alle spalle un lavoro come ricercatore non strutturato portato avanti per 15 anni, fino a quando il suo docente ordinario è andato in pensione. L’Università in un primo momento aveva messo a bando un posto direttamente per ordinario. Dopodichè ha aperto un concorso per associato in Letteratura inglese. Dagli audio emergerebbe che entrambi sarebbero stati banditi ‘su misura’.
Il docente aveva già denunciato formalmente questi due episodi, ma il Gip aveva deciso di archiviare le denunce senza mai acquisire i verbali dei concorsi: “Rilevato invero che, seppur dalle conversazioni prodotte dal denunciante può ben ritenersi che la scelta di bandire un posto di ordinario anziché di ricercatore sia stata effettuata con la previsione e la finalità di favorire il (nome del vincitore, omissis ndr) tuttavia tale opzione non è regolata da alcuna norma di legge”. Insomma i vertici dell’Ateneo avrebbero sfruttato questa zona ombra per portare avanti una condotta votata al clientelismo.
“Dopo 15 anni sono stanco, mi fermo”: la denuncia di Giuseppe Leone
A quel punto Leone, deluso dai risvolti della vicenda, ha deciso di rinunciare all’abilitazione nazionale in Letteratura inglese, nonostante abbia dovuto lavorare duramente per ottenerla: “Ho lavorato per l’ateneo di Palermo dal 2005 e d‘improvviso, proprio in concomitanza con l’indizione di concorsi pubblici nel settore di riferimento, la mia prestazione è diventata superflua. Sono stanco, mi fermo”.
Il gesto del docente è uno di quelli che dovrebbero accendere i riflettori sui tanti problemi del genere che si presentano nelle Università italiane, tristemente note per i tanti episodi di baronaggio.